Nel 1970 al Salone dell’automobile di Torino venne presentata la Stratos Zero, una concept car della carrozzeria Bertone: era un’autovettura sportiva a motore centrale , di concezione avveniristica per quei tempi, il cui design era dovuto a Marcello Gandini (lo stesso che disegnò la Fiat X1/9 da cui deriva) e suscitò subito grande interesse da parte dei vertici della squadra corse della Lancia in cerca della sostituta della Fulvia nei rally.

Dal prototipo Stratos Zero nacque la Stratos HF (sigla di High Fidelity), un’auto di serie specificamente progettata per i rally: nella versione definitiva, sia il motore che la trasmissione erano quelli della Ferrari Dino 246 (un V6 2.4 litri da 190 CV), i quali, abbinati a un telaio monoscocca centrale in acciaio, resero la Stratos un’automobile sportiva molto competitiva.

Conclusa la prima produzione in serie (necessaria per l’omologazione nei rally), la Stratos venne schierata in gara nell’allora Gruppo 4 e fu per anni la vettura più competitiva: l’esordio in gara avvenne nel 1972 al Tour de Corse, dove fu affidata a Sandro Munari, il quale dovette ritirarsi per la rottura delle sospensioni posteriori. Ottenne il suo primo successo nel settembre del 1973 al Rally Firestone di Spagna con Munari e Mario Mannucci.

Nelle stagioni 1974, 1975 e 1976 diventò Campione del Mondo Rally ed ebbe inoltre molti altri successi di prestigio a livello europeo e nei singoli campionati nazionali tra i quali, ovviamente, quello italiano: ad oggi gli unici rally mondiali che mancano nel palmarès della Stratos sono il Rally RAC e il Safari Rally.

Nonostante la Stratos continuasse a essere un’automobile vincente, il gruppo Fiat smise di utilizzarla come vettura ufficiale nel Mondiale Rally nel 1977 per rimpiazzarla con la Fiat 131 Abarth Rally: una scelta evidentemente commerciale per promuovere l’immagine del nuovo modello FIAT. La Stratos comunque continuò a gareggiare e a vincere fino al 1982, anno di scadenza dell’omologazione.